domenica, dicembre 14, 2014

La ragione del viaggio.Di Susanna Tamaro

Da Avvenire

Confondere la fede con la religione crea non poche confusioni. In alcuni punti, le due realtà si sfiorano e si sovrappongono, è vero, ma gli stati interiori che suscitano hanno valenze estremamente diverse. La religione è perlopiù una entità collettiva,  procede da millenni come un lento fiume, trascinando con sé, nelle sue usanze, generazioni e generazioni di persone, mentre la fede è sempre un percorso individuale. Con il proprio bagaglio, le proprie esperienze, le proprie forze si decide di mettersi in viaggio. La meta sulla carta non è chiara, la si intuisce appena. Spesso, abbandonati nel mezzo del deserto, accade di essere sopraffatti dal pentimento. Perché mai abbiamo deciso di partire, lasciando tutto ciò che ci era noto? La lunga strada fatta e la fatica hanno cancellato dalla memoria la ragione che ci ha convinti ad abbandonare ogni cosa. Solo nella quiete della notte, come un lampo luminoso ricompare la ragione del nostro viaggio. Ecco Sì, eravamo scontenti!
Con gli anni e l'esperienza ho capito che le persone, prima di ogni altra cosa, si dividono in due categorie.  Quelli che accettano acriticamente il destino o quelli che, dietro al destino, sanno intuire un progetto più grande e, grazie all'intuizione di quel progetto, si mettono in cammino.