domenica, dicembre 14, 2014

La ragione del viaggio.Di Susanna Tamaro

Da Avvenire

Confondere la fede con la religione crea non poche confusioni. In alcuni punti, le due realtà si sfiorano e si sovrappongono, è vero, ma gli stati interiori che suscitano hanno valenze estremamente diverse. La religione è perlopiù una entità collettiva,  procede da millenni come un lento fiume, trascinando con sé, nelle sue usanze, generazioni e generazioni di persone, mentre la fede è sempre un percorso individuale. Con il proprio bagaglio, le proprie esperienze, le proprie forze si decide di mettersi in viaggio. La meta sulla carta non è chiara, la si intuisce appena. Spesso, abbandonati nel mezzo del deserto, accade di essere sopraffatti dal pentimento. Perché mai abbiamo deciso di partire, lasciando tutto ciò che ci era noto? La lunga strada fatta e la fatica hanno cancellato dalla memoria la ragione che ci ha convinti ad abbandonare ogni cosa. Solo nella quiete della notte, come un lampo luminoso ricompare la ragione del nostro viaggio. Ecco Sì, eravamo scontenti!
Con gli anni e l'esperienza ho capito che le persone, prima di ogni altra cosa, si dividono in due categorie.  Quelli che accettano acriticamente il destino o quelli che, dietro al destino, sanno intuire un progetto più grande e, grazie all'intuizione di quel progetto, si mettono in cammino.

domenica, luglio 13, 2014

P.Andrea Gasparino: appunti sulla Terza Persona, lo Spirito Santo

San Giorgio Maggiore - Venezia
Basilica di San Giorgio Maggiore - Venezia
1 - Lo Spirito parla sottovoce, rispetta la tua libertà, nell'orgoglio e nella superficialità Lui tace e attende.
2 - Se lo Spirito martella, c'è un problema che scotta. Lo Spirito costruisce l'uomo interiore.
3 - Il segreto della gioia è dare continua gioia allo Spirito Santo. Ogni atto di umiltà e generosità aumentano la gioia, senza inorgoglirsi.
4 - Lo Spirito non si stanca di parlarti, istruirti e informarti. Lo Spirito Santo è l'incessante donarsi di Dio.
5 - ...
6 - Non cessare di ringraziare lo Spirito per quello che fa per te.
7 - Il maligno copia dallo spirito per ingannare. Il maligno è lo scimmione di Dio.
8 - L'offesa frequente allo Spirito è il non rapportarsi a Lui come ad una persona.
9 - Gesù ha promesso che il Padre dà lo Spirito a chi lo chiede, non a chi lo merita.
10 -  Lo Spirito è l'amore di Dio effuso nei nostri cuori. Lo Spirito ci stimola nell'amore.
La preghiera di domanda va fatta nel nome di Gesù, è Lui che ce l'ha detto.
Alcuni appunti tratti da una trasmissione di padre Andrea Gasparino

sabato, luglio 12, 2014

Noi preghiamo...

Annotazioni prese dal pensiero di Don Pino Isoardi in 'Scuola della Parola'. Spero di aver interpretato in modo corretto:

Noi preghiamo per essere quello che già siamo. Figli di Dio non solo per generazione (nel battesimo) ma per esistenza...La santità è proprio questo: diventare quello che già siamo, figli amati, attraverso la preghiera autentica, sperimentando l'amore di Dio (in stupore,  gioia e gratitudine). E santità vuol dire gioia. Non esistono santi tristi. 

Tempo per pregare: quando amiamo qualcosa, quel qualcosa si fa spazio.

Un cuore silenzio ci aiuta ad entrare in comunione con Dio. Ciò non vuol dire stare soli con sé stessi. Madeleine Delbrel diceva che il silenzio non è tanto tacere ma ascoltare.

L'uomo desidera nel suo cuore la comunione, il desiderio di essere amato, l'attesa di una Presenza (Salmo 63, Il desiderio di Dio), ma prima dell'uomo è Dio che desidera la comunione con i suoi figli (l'Alleanza - berìt). Questi due desideri si incontrano (e il Verbo si è fatto Carne). E ancora, questo desiderio di Dio ci è donato da Cristo come Presenza in noi. Questi due desideri di comunione si incontrano ed hanno un nome: lo Spirito Santo; dal Padre al Figlio e dal Figlio a noi come dono. La preghiera è quindi l'incontrano tra il desiderio di Dio e il desiderio dell'uomo che avviene nell'amore e nella fiducia, come figli, non nella paura di schiavi.

La fede può essere praticata in modo superstizioso: preghiera parolaia, limitatamente interessata.

Gesù consapevole di ricevere tutto dal Padre, dà tutto: soltanto chi ha la percezione di ricevere tutto è in grado di dare tutto.

Amare significa spesso perdonare.Essere amati significa spesso essere perdonati. Perdonare significa anche coltivare una speranza verso i fratelli. La persona è più grande dei suoi sbagli e dei suoi meriti. Gesù non etichettava la persona: l'adultera è chiamata così dai biblisti ma Gesù la chiama donna, quindi l'appellativo è pieno di dignità. 

sabato, maggio 17, 2014

La retta intenzione

"Date in ossequio religioso ciò che sta dentro di voi" - cf. Lc 11, 41

I nostri atti si coloriscono di valore o di disvalore in proporzione della carica intenzionale della volontà. Se uno, per esempio, fa l'elemosina per farsi vedere e apprezzare dagli altri, costui è un vanitoso; se un altro dona qualche cosa al prossimo, spinto da un sentimento di solidarietà umana e sociale è, in generale, un galantuomo; ma se uno compie un atto di carità anche puramente materiale verso un indigente, ma in nome e con il cuore di Cristo, questi agisce da cristiano.

Non sono dunque tanto le cose e le azioni che valgono, in se stesse, quanto piuttosto il loro motivo ispiratore e la purezza d'intenzione. Che anzi, anche la cosa più piccola e insignificante può nascondere un prezzo infinito, allorquando sia fatta o donata con amore, con sincerità interiore, cioè con la retta intenzione.

L'autostrada della Felicità - Don Valentino Del Mazza.

nota: il criterio di Bene non è l'efficacia ma la finalità.

mercoledì, maggio 07, 2014

L'atteggiamento spirituale

L'Annunciata di Palermo - Antonello da Messina
Un brano di Don Valentino Del Mazza (Sacerdote Salesiano), tratto dal libro "L'autostrada della felicità":
La sofferenza ci può rendere grandi o falliti, a secondo di ciò che ne facciamo. Noi saremo più o meno felici o infelici non tanto per le realtà, che ci toccano nel vivo, quanto piuttosto per il nostro atteggiamento spirituale nei confronti di esse. Ogni avvenimento può ricevere, infatti, la sua coloritura di bene e di male dalla ricchezza o povertà dell'anima, che la accoglie:

"L'ape e la serpe succhiano lo stesso umore, 
 ma della serpe in sen il fior si fa velén, 
 e in sen dell'ape soave miel si fa. 
 Il sole batte sulla cera e l'ammorbidisce; 
 dardeggia sul fango e l'indurisce"