Diversità - pag. 37 (...) nel testo biblico lo stupore di Dio si posa invece su ogni creatura nuova che appare con la stessa intensità: "... era cosa buona!"La sua attenzione non è attratta dall'apparenza ma dalla multiformità.
Unicità - pag. 38 (...) Dio, nell'infinita sua capacità d'amare, non clona!Tre: la relazione: Lo Spirito Santo
(...) A ben riflettere il 2 e' paradossalmente generato dal 3. Se osserviamo i numeri ordinali, diciamo che, tra due elementi, uno e' il primo e l'altro è il secondo; il che vuol dire ancora una volta che è la relazione che mi fa dire il 2 è altro e diverso dall'1. Ma anche l'1 sprofonderebbe nel silenzio e nell'anonima inutilità della inattività senza il 3, perchè perderebbe ogni operatività e sarebbe condannato alla solitudine e alla dimenticanza di chi non ha nessuna relazione.
In questa condizione assomiglia molto allo 0.
Allora il 3 (il terzo elemento: la relazione) è il numero perfetto, il numero di cui non si puo' fare a meno. Chi affermasse il contrario farebbe bene a tacere, perche' in quel momento sta occupando proprio il posto numero 3, giacché sta dando un giudizio e cioè sta facendo una relazione.
Dalla relazione non si esce: essa è imprescindibile.
(...)Nella religione cristiana la relazione in Dio è una persona: lo Spirito Santo, il datore della vita, colui che "aleggiava sulle acque" da cui emerse la vita, recita al Genesi 2; ma sarebbe più fedele tradurre "covava (cioè riscaldava con amore) le acque": fondamentale elemento costitutivo e culla della vita. Il che può voler dire che Dio ha creato per opera dello Spirito, cioè per opera della Relazione che tutto fa sussistere. Senza relazione non si fa niente e non si va da nessuna parte. La relazione è quindi figura della sostanza divina, cioè ipostasi (=sostanza nascosta dietro i fenomeni: "usare prego il vocabolario!"), col che si può dedurre che il relazionarsi è un far presente Dio: infatti Dio è amore, cioè pienezza di relazione, e l'apostolo Giovanni ci soccorre dicendo: "Dove c'e' amore, là c'è Dio".
La relazione adombra dunque il sacro, perciò, se è caricata d'intenzioni e significati negativi, diventa maligna e avvia ad un destino oscuro, perchè allontana Colui che sostanzia ogni relazione. Lo stesso apostolo dice: "Chi pecca muore".
Stiamo parlando dell'amore (1) e dell'odio (2) che sono il bivio della libertà (3). Infatti, tra l'amore e l'odio c'e' la nostra libertà!
Normalmente siamo consapevoli degli opposti, cioè dell'1 e del 2, mentre il 3, la relazione, facilmente ci sfugge. Cercare la relazione è trovare la chiave per entrare nell'intimità della conoscenza. Tutti sappiamo che cosa è l'amore e l'odio. Ma se non conosciamo la relazione che li unisce, finiamo per amare o odiare guidati semplicemente dall'impulso del momento e non dal superiore esercizio della nostra libertà. Scoprire le connessioni che legano due elementi è elevare la conoscenza a sapienza. Credo che come punto di partenza non sia difficile accettare che la Bibbia è quantomeno un libro sapienziale. (...)
venerdì, dicembre 07, 2007
di Carluccio Bonesso
dal libro "Per forza o per amore"
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